Con l’arrivo dell’estate, l’Italia si trasforma in un forno a cielo aperto a causa di ondate di caldo eccezionali, rendendo il lavoro all’aperto sempre più pericoloso. In molte città, come Milano, Bologna e Napoli, le temperature hanno superato i 42°C, portando le autorità a prendere misure straordinarie per proteggere i lavoratori.
È stato attivato l’allarme rosso per il caldo e molte regioni, tra cui Lombardia, Toscana e Sicilia, hanno deciso di sospendere temporaneamente le attività lavorative durante le ore centrali del giorno, imponendo ai datori di lavoro di fornire acqua fresca, ombra e pause frequenti.
I sindacati chiedono misure ancora più forti, sottolineando che “il diritto alla salute è tanto importante quanto il diritto al lavoro”. I lavoratori stranieri, che rappresentano una larga parte della forza lavoro in settori faticosi come agricoltura ed edilizia, sono tra i più colpiti, spesso costretti a lavorare in condizioni estreme.
Lavorare in Italia, oggi, è diventato una sfida climatica. Serve equilibrio tra produttività e protezione della salute umana.